Classe, intelligenza e uno spirito da vero leader. Mirko Marcelli è uno degli ultimi arrivati in casa Volley Team Monterotondo, ma il palleggiatore classe ’82 è uno dei punti di forza della Serie D allenata da Luca Pozza. Il protagonista del momento gialloblù, vero mattatore delle 9 vittorie ottenute fin qui in campionato. Marcelli è cresciuto nel settore giovanile di Frascati e poi è esploso con la prima squadra in Serie B, prima di fare esperienze a Quarto Sant’Elena e a Villalba, in B e in C. Oggi per presentare il delicato match d’alta classifica contro Civitavecchia ci ha concesso una intervista.
Come sei arrivato a giocare nella Volley Team Monterotondo?
“Devo dire che sono qui grazie al mio compagno di squadra Cesarini: io volevo tornare a palleggiare, il mio vero ruolo e negli ultimi due anni avevo giocato da banda a Villalba. Volevo tornare a giocare nel mio ruolo originario e ho trovato una società che me lo ha permesso”
Cosa ti ha appassionato di più di questa società?
“un bellissimo progetto e giovani che hanno la voglia di stare in palestra e lavorare. E’ stato tutto subito positivo, l’amalgama con questi ragazzi c’è sempre stata senza problemi di età. E soprattutto ho visto una grande voglia di lavorare da parte di tutti, anche dei dirigenti. E questo mi piace”
Come nasce la tua passione per la pallavolo?
“Mio papà è allenatore, quindi da piccolino sono cresciuto in palestra. Diciamo che ho il volley nel sangue”
La soddisfazione più bella della tua carriera?
“Essere chiamato lontano da casa per giocare. Mi chiesero di andare a Quartu Sant’Elena, in Sardegna. Sono andato subito senza pensarci troppo, era un sogno che si avverava”
In campo cosa ti fa arrabbiare di più?
“Il non attaccamento alla riuscita totale dell’azione. Gli errori stupidi insomma, quelli che in settimana non fai e durante la partita capitano per disattenzione. Dipendono sempre dalla concentrazione e in campo bisogna starci con la testa”
Un tuo pregio e un tuo difetto?
“Difetto direi troppo incazzoso in partita (ride ndr). Un pregio scelgo quello della disponibilità: ci sono sempre per aiutare i compagni”
Raccontaci il ruolo del palleggiatore…
“Il palleggiatore è il regista della squadra, è colui che detta tempi e movimenti. E’ un ruolo che ti permette di avere tutta la squadra in mano. Se non gira il palleggiatore la squadra non riesce ad esprimersi, è sempre così. C’è tanta responsabilità, ma per me è il ruolo più bello del mondo, senti la squadra tua. Il segreto? Devi avere fiducia nei compagni e soprattutto la fiducia da parte di tutti i compagni”
9 vittorie su 9 in campionato. Qual è l’obiettivo stagionale della Serie D?
“L’obiettivo è vincere il campionato, dopo queste belle vittorie abbiamo l’obbligo di puntarci. Con l’infortunio di Claudio potrebbe essere più difficile, ma comunque rimane il nostro obiettivo. Naturalmente insieme a quello di far crescere i giovani”
Che consiglio daresti ai ragazzi?
“Quello di star tranquilli e lavorare. Non buttarsi giù se le cose vanno male e non accontentarsi quando cominceranno a vedere i primi risultati. La costanza e l’umiltà sono i segreti di un buon giocatore”
Domenica partita fondamentale contro Civitavecchia. Seconda contro terza. La Volley Team ce la può fare?
“Ce la faremo! Monterotondo deve essere la tana dei lupi. Qui nessuno deve uscire vincente, è casa nostra. Spero in una buona cornice di pubblico, abbiamo bisogno di un grande tifo”
Il compagno con cui ti sei trovato meglio?
“Ho legato con tutti. Tra i giovani mi piace dedicare del tempo a Marsano, in lui vedo grandi prospettive”
Il tuo sogno nel cassetto?
“Il mio sogno è sempre stato quello di arrivare ad alti livelli. In parte ci sono arrivato, poi per altre scelte lavorative ho cambiato percorso, ma sono sempre qui a giocare a pallavolo, spero di farlo bene e questo mi diverte. Ora l’obiettivo è solo aiutare i ragazzi a crescere, è giusto che a sognare siano loro. Come ho sognato io da bambino”
Punto decisivo del campionato: la alzi a Martinoia o a Cesarini?
“A nessuno dei due, la attacco io di seconda (ride ndr)”
Comesifa a non essere ORGOGLIOSO del proprio figlio dopo questa intervista.