Questa settimana abbiamo fatto quattro chiacchiere con Laura Storno, direttore tecnico, allenatrice e tuttofare della Volley Team Monterotondo. Laura ci ha parlato della sua esperienza come giocatrice e allenatrice, ma soprattutto del suo bellissimo rapporto con la pallavolo. Un rapporto fatto di tanti momenti entusiasmanti, di impegno costante e di una passione che la accompagna da sempre: lavorare con i bambini.
«Mi sento un po’ l’ideatrice di questo bellissimo progetto, naturalmente insieme a tanti altri, ma essendo il direttore tecnico sento questa società come una figlia» esordisce così la nostra Laura, che ci spiega poi ancora meglio il suo ruolo:
«volevo lavorare sul campo, non dietro una scrivania, perciò il mio ruolo da direttore tecnico è un po’ riadattato. Seguo direttamente tutte le squadre, il lavoro quotidiano dei vari gruppi, gli allenatori. Gestisco gli spazi e gli allenamenti, ma sempre sul campo. È il lavoro che amo»
Quali squadre alleni come responsabile?
«Le seguo tutte, ma sono la responsabile diretta dell’Under12 e dell’Under15 maschile, insieme ad Emiliano De Gattis, oltre all’attività motoria del palazzetto e al minivolley. I bambini beh, loro sono la mia passione più grande. Ti impegnano tanto, ma sono anche quelli che ti lasciano più soddisfazioni come donna e come allenatrice.»
A proposito di soddisfazioni, quali le più belle nella tua carriera?
«Da giocatrice sicuramente la vittoria della C1 che ci portò in B2 quando giocavo con la Pro Juventude. Avevo 20 anni ed è stata la mia massima espressione fisica, atletica e tecnica. Da allenatrice potrei dirti tanti momenti, alcuni dei quali mi hanno portato anche a vincere campionati, ma ricordo con molta emozione quando allenavo al Centro di Qualificazione Provinciale: ho avuto la possibilità di veder crescere tanti ragazzi che poi hanno giocato a grandi livelli, di collaborare con allenatori importanti, sempre pronti a darti consigli e ad aiutare una giovane inesperta. E poi tanti ragazzi e ragazze, di Monterotondo, ma non solo, che dopo anche vent’anni, quando ti incontrano ancora ti salutano e ti abbracciano. Vuol dire che hai lasciato loro qualcosa che va al di là della pallavolo. Sei stata per loro una educatrice, una insegnante di vita, oltre che una allenatrice in campo.»
Parlaci della tua esperienza da giocatrice
«Ho iniziato a giocare a 9 anni, la pallavolo c’era già a Monterotondo, ma non era così pubblicizzata come ora. Diciamo che non c’erano ancora i famosi cartoni animati tipo Mila e Shiro. Lì è cambiato un po’ il mondo della pallavolo, la gente l’ha scoperta, provata e amata. Mia madre per esempio non sapeva neanche cos’era e voleva iscrivermi a basket. Con la Pro Juventude ho fatto tutto il percorso: dal minivolley fino alla serie B2. Quella squadra giocò anche la Serie A, ma quando decisero di ripartire dalla C2 noi eravamo già pronte per vincere: C2, poi la C1, fino alla B giocata da capitano. Giocavo centrale quando non c’era ancora il libero, ma ho fatto anche l’opposto. Non potevo giocare a banda perché non sapevo ricevere benissimo (ride ndr). Poi ho giocato a Ladispoli, un paio d’anni a Mentana e sono rientrata qui non più da giocatrice, ma da allenatrice.»
Mamma, moglie, allenatrice. Come concili il tanto tempo che passi in palestra con la tua vita privata?
«La mia più grande fortuna credo sia quella di avere dentro casa un’altra persona dell’ambiente, che sa benissimo quello che facciamo (Mauro Ebano, direttore sportivo della Volley Team Monterotondo ndr). In altre situazioni un marito forse non avrebbe capito, ma lavorando insieme conosciamo bene le difficoltà di orari, gli spostamenti, le trasferte in giorni e orari improponibili. E poi quasi sempre il sabato e la domenica siamo in giro per palestre e palazzetti invece di fare gite fuori porta. Ma siamo felici così, facciamo un lavoro che amiamo, non so quanti possano dire lo stesso»
Dove potrà arrivare questa società nei prossimi anni? Progetti per il futuro prossimo?
«Arrivare a 270 iscritti quest’anno è stato un grande traguardo, 100 in più dello scorso anno: un successo enorme, con tantissimi ragazzi in un momento di crisi per la pallavolo maschile. Diciamo che le basi le abbiamo gettate. Da queste basi noi dobbiamo arrivare sicuramente ad avere un campionato di categoria, per far esprimere tutti i nostri giovani più promettenti. E poi continuare nel settore giovanile con questo standard, perché noi nel giro di poco vorremmo essere riconosciuti a livello provinciale come una realtà importante anche in termini di risultati. Noi vogliamo crescere, ma vogliamo farlo con le nostre forze, magari puntando già a qualcosa di importante dall’anno prossimo.»
Cosa vorresti lasciare, come persona e come allenatrice, ai bambini e ai ragazzi che alleni?
Sicuramente un bambino si deve divertire. E si diverte se lo gratifichi. I bambini che sono gratificati lavorano meglio e lavorano col sorriso. Quest’anno è successo un caso emblematico: una mamma ad un certo punto mi dice che suo figlio non vuole più giocare, si sentiva giudicato dai compagni quando sbagliava. Gli ho fatto capire che doveva lavorare sulle cose che gli riuscivano meglio, pensare solamente a quelle. Sugli errori ci avremmo lavorato più in là. Lo gratificavo quando riusciva in quelle piccole cose e ha avuto un miglioramento esponenziale su tutti i fronti. Fatto sta che ora è uno dei primi, non manca mai e la mamma mi ha ringraziato. Questa è una bella soddisfazione. Poi se qualcuno si ricorda “quanto siamo stati forti quell’anno che ci allenava Laura” beh, meglio ancora. Ma come allenatrice direi che questo mi basta.»
Ufficio Stampa Volley Team Monterotondo